Imparare un nuovo mestiere e, così, ricominciare a guardare alla vita con un pizzico di serenità in più. È stata un'importante occasione di solidarietà e di confronto umano il corso per pizzaioli organizzato al Nonantola Pizzafest dal Centro Intercultura del comune emiliano, in collaborazione con l'AVPN.
Dodici ragazzi, profughi nigeriani accolti nella provincia di Modena, sono stati coinvolti in un laboratorio pratico per imparare i segreti della celebre pietanza partenopea.
"Ognuno di loro ha una storia personale che meriterebbe di essere conosciuta" ha sottolineato Chiara Scorzoni del Centro Intercultura del Comune di Nonantola, promotore della scuola di italiano per stranieri. I ragazzi, dieci uomini e due donne, lavoravano in Libia, e non avevano intenzione di tornare in Nigeria, da dove erano scappati in fuga da un clima politico e religioso che metteva a repentaglio le loro vite. "Hanno perso le tracce dei loro familiari durante gli scontri- ha raccontato la Scorzoni- I ricordi emergono a scuola, forti e dolorosi, come il racconto di persone che non hanno avuto più notizie dei loro cari scomparsi, appena tre settimane prima del Pizzafest, dopo un attentato terroristico in una chiesa di Jos, al nord della Nigeria. Queste persone hanno subito sulla propria pelle la durezza degli scontri, la fuga attraverso il Sahara, il razzismo in Libia. Poi un'altra fuga, dalla guerra in Libia e un´altra pericolosa attraversata, questa volta del Mar Mediterraneo e l'arrivo a Lampedusa. Il primo ricordo che emerge dell'Italia è unanime: la cima della montagna di Lampedusa, la polizia, i pescatori."
In attesa di conoscere il loro destino in Europa, i ragazzi hanno scelto di imparare l'italiano e di cercare un lavoro, come potrebbe essere quello di pizzaiolo. Primo step il corso al Pizzafest: un modo per costruire un nuovo percorso di vita.
Dodici ragazzi, profughi nigeriani accolti nella provincia di Modena, sono stati coinvolti in un laboratorio pratico per imparare i segreti della celebre pietanza partenopea.
"Ognuno di loro ha una storia personale che meriterebbe di essere conosciuta" ha sottolineato Chiara Scorzoni del Centro Intercultura del Comune di Nonantola, promotore della scuola di italiano per stranieri. I ragazzi, dieci uomini e due donne, lavoravano in Libia, e non avevano intenzione di tornare in Nigeria, da dove erano scappati in fuga da un clima politico e religioso che metteva a repentaglio le loro vite. "Hanno perso le tracce dei loro familiari durante gli scontri- ha raccontato la Scorzoni- I ricordi emergono a scuola, forti e dolorosi, come il racconto di persone che non hanno avuto più notizie dei loro cari scomparsi, appena tre settimane prima del Pizzafest, dopo un attentato terroristico in una chiesa di Jos, al nord della Nigeria. Queste persone hanno subito sulla propria pelle la durezza degli scontri, la fuga attraverso il Sahara, il razzismo in Libia. Poi un'altra fuga, dalla guerra in Libia e un´altra pericolosa attraversata, questa volta del Mar Mediterraneo e l'arrivo a Lampedusa. Il primo ricordo che emerge dell'Italia è unanime: la cima della montagna di Lampedusa, la polizia, i pescatori."
In attesa di conoscere il loro destino in Europa, i ragazzi hanno scelto di imparare l'italiano e di cercare un lavoro, come potrebbe essere quello di pizzaiolo. Primo step il corso al Pizzafest: un modo per costruire un nuovo percorso di vita.
venerdì 03 agosto 2012
