Questa storia è una favola, di nome e di fatto. È la dimostrazione di come i valori di un’impresa possano legarsi al territorio in cui quella realtà è nata. E ancora perché, pur avendo poco più di un secolo di storia, si può scegliere consapevolmente di non smettere mai di stupire cercando di dare sempre il massimo. Una favola di nome e di fatto, dicevamo prima. Perché stiamo parlando di una mortadella oggi apprezzata ovunque.
Correva l’anno 1919 quando Emilio Palmieri apriva nel cuore di Modena una piccola bottega in cui venivano lavorate le carni più genuine per diventare salumi artigianali di qualità. Un’arte poi tramandata al figlio Carlo, che giovanissimo nel 1961 decise di realizzare il suo sogno: aprire un’attività in proprio, trasferendosi a Concordia nella Bassa Modenese, avviando una produzione artigianale di mortadelle, salami, cotechini, pancette, coppe, utilizzando le carni dei suini che allevava. Oggi si sarebbe chiamata filiera allargata, ma all’epoca per Carlo era il desiderio di creare un prodotto unico, a partire dalla qualità della materia prima. Poi negli anni ’70 la crescita dell’azienda e lo spostamento a San Prospero, un paese a pochi chilometri da Modena, in un’area dove oggi si sviluppano 30.000 metri quadrati di stabilimento.
Questa è la storia del Salumificio Palmieri, riconosciuto sui mercati italiani come marchio di riferimento nella produzione di salumi di alta qualità. E veniamo alla nascita della Favola, in questo caso con l’iniziale maiuscola. Si tratta di un prodotto che ha scritto una pagina nella storia della salumeria italiana, perché è la prima e unica mortadella insaccata e cotta nella cotenna.
L’idea della mortadella Favola è nata dalla volontà di differenziarsi dagli altri produttori offrendo qualcosa di unico nel suo genere. La cotenna essendo una pelle naturale permette al ripieno di traspirare durante la cottura donando all’impasto morbidezza e delicatezza. Il nome Favola è nato al primo assaggio quando una spontanea affermazione fu proprio “questa è una favola”. Era il 1997 quando abbiamo registrato il marchio Favola e depositato il brevetto relativo a questo innovativo involucro.
La mortadella Favola viene lavorata con un metodo puramente artigianale: l’insacco, la legatura e la marchiatura a fuoco, tutto viene fatto a mano, così che nella forma non possa essercene una uguale all’altra e la cottura avviene negli storici forni in pietra. La mortadella ha un processo di cottura che varia in base al suo diametro e in media necessita di 24 ore. Ma le favole, si sa, sono fatte anche di momenti difficili. Così è stato per il terremoto nel Maggio 2012. “Una tragedia che ci ha colpito in pieno: ci siamo trovati nel giro di un attimo con lo stabilimento totalmente inagibile e da ricostruire. Abbiamo capito che bisognava ripartire velocemente nonostante le grandi difficoltà e ci siamo tutti dati da fare”. In azienda ci sono oggi anche Francesco e Margherita Palmieri, che rappresentano la quarta generazione di questa favola imprenditoriale di successo.