Opera

“L’Arte Tradizionale del Pizzaiuolo Napoletano è riconosciuta come parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.” Con queste meravigliose parole l’UNESCO riconosce e celebra la grandezza di una forma d’arte vera e propria, quella del Pizzaiuolo Napoletano, che dal 2017 è nel novero dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità. E questa grandezza non risiede soltanto nelle abilità manuali del Maestro Pizzaiuolo ma anche e soprattutto nel valore culturale, storico e identitario della Vera Pizza Napoletana.

Noi di AVPN siamo orgogliosi di poter dire che una parte di questo storico riconoscimento è frutto del nostro impegno e della nostra dedizione nel proteggere e tutelare la Pizza Napoletana in Italia e nel mondo dal 1984; l’abbiamo fatto anzitutto definendo un rigoroso disciplinare di produzione, e continuiamo a farlo con corsi di formazione e iniziative nazionali ed internazionali.
Ma quest’anno abbiamo voluto fare qualcosa di ancora più grandioso. Abbiamo donato al nostro Patrimonio Immateriale una dimensione “materiale”, attraverso l’Opera Celebrativa della Vera Pizza Napoletana e dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, un segno tangibile che perdurerà in eterno, oltre che il primo monumento interamente dedicato ad un piatto tipico. Ed è stato un autentico onore avere la possibilità di collaborare con un artista del calibro del Maestro Lello Esposito per la realizzazione dell’opera.
Lello è figlio di Napoli, e Napoli gli ha donato tutta la sua bellezza e i suoi innumerevoli simboli perché Esposito vi consacrasse tutto il suo incredibile estro nei suoi capolavori pittorici e scultorei. Nessuno meglio di lui poteva quindi dare vita a un monumento così denso di simbolismo e di significato per Napoli, che è riconosciuta in tutto il mondo come la culla della pizza.
Come AVPN abbiamo voluto realizzare un’opera così importante, direttamente e grazie al contributo delle pizzerie affiliate di tutto il mondo che saranno visibili attraverso un codice QR presente sul monumento; un segno di gratitudine per i maestri pizzaioli che sono i veri protagonisti del percorso fatto fin qui e che siamo sicuri la Città di Napoli saprà accogliere una delle sue meravigliose piazze dove i turisti potranno scattare i loro selfie con la pizza più bella al mondo.


Antonio Pace, Massimo Di Porzio e Paolo Surace

PIZZA, 2021, bronzo e pietra lavica

Un grande disco di bronzo, la forma iconica della pizza, uno dei cibi italiani più diffusi e apprezzati nel mondo.

Una rotondità irregolare che rivela, con la sua forma frastagliata, le tracce della manipolazione artistica nella materia scultorea.

Linee, segni, rilievi e avallamenti sono la memoria dei movimenti delle mani dello scultore che plasma e imprime nel metallo la rappresentazione della sapiente gestualità dei pizzaiuoli napoletani: un’altra forma d’arte, espressione secolare dell’ingegno, della passione e dedizione che sono alla base della preparazione di questo alimento.

Il colore di fondo della scultura è un chiaro rimando al rosso del pomodoro, piacevole eruzione di sapore, che richiama al palato e alla mente quel Vesuvio alle cui pendici questa ultracentenaria storia di gusto è nata.

Al centro dell’opera sono scolpite quattro foglie di basilico che, disposte come un quadrifoglio e dal colore “verde speranza”, assumono valenza simbolica di buon auspicio e positività.

Sulla sua superficie, 12 lamine di metallo a rilievo con patina dorata, sono richiamo visivo dell’ “Oro Bianco” campano: la mozzarella, altro ingrediente imprescindibile nella canonica preparazione della pizza.

Il dodici non è cifra casuale, ma un preciso rimando dell’artista al numero dei mesi dell’anno ed alle ore antimeridiane e meridiane che si contano in un giorno: simbolo di un tempo da dedicare alla convivialità e al piacere di gustare del buon cibo.

La pizza, rappresentata in un’imponente scultura di 2 metri di diametro, abbandona il consueto piano orizzontale in virtù di un “verticalismo” che si traduce in una visione monumentale di questa icona del gusto, divenuta negli anni simbolo di eccellenza culinaria a livello globale.

Un monumento alla napoletanità ed al buon cibo, opera simbolica e tangibile del riconoscimento UNESCO del 2017 che ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità “l’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.