NAPOLI - Solo in Italia vale ogni anno 5,3 miliardi di euro. Parliamo di pizza. Il comparto genera un fatturato del 14,3 per cento del volume nell'interno settore della ristorazione, pari a 31,3 miliardi di euro. Il dato emere da un'indagine effettuata dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) nel dicembre 2009, secondo cui il business della pizza offre un'occupazione a circa 150mila persone.
PROGETTO A TUTELA DELLA PIZZA NAPOLETANA. E' questo il motivo che ha spinto l'Associazione verace pizza napoletana a presentare "Internazionalizzazione e innovazione al servizio della tradizione", un progetto di tutela e sviluppo nel mondo della vera pizza, dall'Albo dei fornitori a quello dei pizzaioli; progetto che sarà portato in un road show internazionale a partire dal mese di marzo, con tappe negli Stati Uniti, a Las Vegas, e in Brasile, a San Paolo, prima di proseguire in Asia e Europa. "Siamo alla terza fase della pizza napoletana - ha spiegato Antonio Pace, presidente dell'associazione - la pizza non è chiusa alle innovazioni, ma solo a quelle che la vogliono cambiare. Per questo metteremo in condizione, in tutto il mondo, di fare una pizza quanto più vicina a quella napoletana". In questa direzione va anche l'introduzione di un particolare forno a gas che ricrea le condizioni del forno a legna, e che potrà essere utilizzato in sua sostituzione.
ALBO DEI PIZZAIOLI. Il direttore generale dell'associazione Massimo Di Porzio ha parlato di "tempi maturi per gettare le basi per uno sviluppo ulteriore della pizza napoletana", mentre per l'assessore regionale all'Agricoltura Vito Amendolara, "la pizza è la testa di ariete per rompere le barriere al flusso di turismo nella regione. Perche' i dati ci dicono che il 26% del turismo si muove prima di tutto per l'enogastronomia". Pace annuncia anche a breve la creazione di una federazione di associazioni che si occupano di pizza "che partirà da Napoli e si occuperà di tante cose". L'Albo dei fornitori ufficiali di "vera pizza napoletana" rappresenta, nelle intenzioni dell'associazione, "uno strumento al servizio delle pizzerie affiliate nel processo di approvvigionamento dei prodotti, agroalimentari e non, legati alla filiera produttiva". Possono fare richiesta di iscrizione le aziende che producono materie prime e attrezzature e i cui prodotti rispondono ai parametri di qualità definiti dal dipartimento di Scienza degli alimenti della facoltà di Agragia dell'università Federico II di Napoli. L'Albo dei pizzaioli invece dovrà "tutelare coloro che svolgono questo lavoro all'estero o in Italia" e distinguerà tra addetto al forno-aiuto pizzaiolo (con esperienza di almeno due anni), pizzaiolo verace (con almeno tre anni di lavoro alle spalle), pizzaiolo istruttore. L'associazione si riserva di nominare anche "pizzaioli senior" e "maestro pizzaiolo", con rispettivamente 10 anni e 40 anni di esperienza professionale.
Tuesday 22 February 2011