«Guerra» tra le due Coree. Per la pizza
La partita tra le due Coree coinvolge anche Napoli: il leader nordcoreano manda gli chef a scuola in città. Un ristorante napoletano aperto a Seoul.

Il Corriere del mezzogiorno
NAPOLI — La delicata partita a scacchi tra le due Coree coinvolge anche Napoli e la sua specialità gastronomica per antonomasia: la pizza. Se, infatti, la capitalista Seoul si appresta ad assistere all'inaugurazione del primo ristorante con forno a legna del napoletano Salvatore Cuomo, l'ambasciatore della pizza nell'Estremo oriente, il potentissimo leader nordcoreano Kim Jong-il risponde a modo suo, spedendo (probabilmente in incognito, come veri e propri agenti segreti) i pizzaioli e gli chef dell'unico ristorante italiano di Pyongyang a Napoli e a Roma per un corso di perfezionamento su pizza e spaghetti. Quest'ultima notizia è stata diffusa ieri dall'agenzia di stampa «France press», ritenuta tra le più autorevoli, soprattutto per le news internazionali. La fonte originaria è il The Chosun Sinbo, un giornale giapponese che riporta notizie riguardanti, oltre il Paese del Sol Levante, anche le due Coree. Ebbene il Sinbo cita una cliente del ristorante italiano della capitale nordcoreana che ha rivelato di conoscere da sempre le due specialità napoletane attraverso i libri e la televisione, ma di averle provate per la prima volta soltanto nel locale in questione.

Ha aggiunto: «Hanno dei sapori davvero unici». Ma il presidentissimo, evidentemente, non condivide in pieno questo entusiastico giudizio. Il titolare del ristorante tricolore ha infatti confidato al giornale giapponese che è stato Kim Jong-il in persona a ordinare l'invio in Italia del personale di cucina per affinare la tecnica culinaria. Il presidentissimo, grande estimatore della cucina italiana, in particolare della pizza, non avrebbe infatti trovato i piatti di suo completo gradimento. E visto che contraddirlo potrebbe essere non consigliabile il suo ordine è stato immediatamente eseguito. Ma, secondo il ristoratore di Pyongyang, l'obiettivo del sessantottenne leader non sarebbe solo il miglioramento dell'offerta qualitativa del suo locale. Coerente col suo credo politico, Kim penserebbe infatti che tutto il popolo coreano dovrebbe avere la possibilità di assaggiare i piatti più famosi del mondo. Una cosa è certa: la pizza ha sempre esercitato grandissimo fascino sul successore di Kim il sung. Nel 2004 il pizzaiolo Ermanno Furlanis, che teneva corsi di cucina in un istituto professionale del Nord Italia, fu protagonista di una singolare esperienza narrata poi nel libro «I made pizza for Kim Jong-il». Il professionista fu contattato da emissari del governo nordcoreano e fu invitato a recarsi appunto nella Repubblica democratica. Al suo arrivo apprese che avrebbe dovuto insegnare i segreti della pizza a tre chef militari. Le lezioni furono seguite con la massima attenzione. Il maestro italiano racconta di non aver capito se uno dei suoi allievi che gli aveva chiesto a che distanza si dovessero posizionare le olive su un tipo particolare di pizza avesse fatto sul serio oppure no.

Poi, finalmente, ebbe l'onore di preparare la pizza per il leader comunista. Tornando a Sud del trentottesimo parallelo, come è stato già ricordato, a Seoul sta per aprire i battenti il nuovo ristorante di una importante catena nipponica che porta il nome di Salvatore Cuomo, manager della ristorazione in Estremo Oriente. Originario di un quartiere popolare di Napoli, Cuomo ha lasciato la sua città quando era ventenne per trasferirsi a Tokyo, dove, come pizzaiolo, ebbe una rapidissima fortuna. Ora, oltre all'attività manage-riale, Cuomo è il corrispondente per l'Asia orientale dell'associazione «Verace pizza napoletana» presieduta dal patron di Ciro a Santa Brigida Antonio Pace. Ad aprile quest'ultimo, insieme con i suoi luogotenenti Massimo Di Porzio e Stefano Auricchio, volerà in Giappone per riconoscere 7 nuove pizzerie della capitale. È probabile che la delegazione napoletana si sposti anche a Seoul proprio per l'inaugurazione del locale di Cuomo. «Ma con la Corea del Nord — confida Auricchio — finora non abbiamo avuto contatti». La guerra «fumante » della pizza continua.

Gimmo Cuomo



mercoledì 18 marzo 2009

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