Numero associato: 216
Associato dal: 15/11/2004
Questo locale è veramente particolare, come forse avrete già capito dal nome.....!
La sala che si presenta appena entrati ha una capienza di circa 130 persone, i muri sono completamente coperti da disegni che riproducono, appunto, Totò e Macario, con frasi che hanno accompagnato i due nella loro vita;
il tutto nell'insieme ricorda un pò Arlecchino, i tavolini infatti sono coperti da tovagliette di tutti i colori mentre le sedie sono diversa l'una dall'altra con colori sempre particolari. Impossibile pertanto trovare una sedia uguale all'altra. Al fondo della sala c'è il bancone dei pizzaioli, che intrattengono i clienti con giochini molto particolare, infatti si lanciano la pasta della pizza facendogli fare delle "capriole" acrobatiche!
20 Marzo 2008 - Filippo Larganà - BARGIORNALE
Il murales, proprio sopra il forno a legna, rappresenta il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, attore e autore che, tra allegria e malinconia, ha incarnato lo spirito partenopeo, insieme ad Erminio Macario, anche lui attore comico, che seppe portare a livello nazionale la scanzonata e ingenua verve subalpina fatta di battute e saggezza ruspante. I due grandi della commedia italiana, sono raffigurati vestiti da pizzaioli mentre cucinano una fumante pizza napoletana, sullo sfondo del golfo più famoso d'Italia.
La pizzeria ristorante Totò & Macario in corso Moncenisio 12, lo stradone che collega Torino alla montagna, è un'ode golosa alla cucina delle due regioni d'Italia che hanno punti di contatto anche in materia di gusto. La caratteristica più singolare del locale non è solo aver scomodato testimonial così importanti nell'immaginario popolare, ma anche quella di aver chiesto a grandi chef d'interpretare, attraverso la propria lente gastronomica, ricette d'alta cucina alla pizza.
Pizze d'autore
Com'è nata l'idea lo spiega Enrico Coppola, contitolare di Totò e Macario: «Alla base di tutto c'è l'amore per la buona tavola. Spesso, nel tempo libero, visitiamo i ristoranti di grandi cuochi, per ammirazione nei loro confronti e per il piacere di gustare le ricette che preparano. Da qui l'idea di chiedere una reinterpretazione della pizza in chiave d'alta cucina». Molte griffe dei fornelli hanno aderito alla sfida, e i clienti sembrano gradire l'esperimento. Tanto che oggi nel menu della pizzeria torinese, accanto alle consuete pizze, focacce e calzoni, sotto il titolo "Pizza d'autore", ci sono una decina di ricette che portano firme importanti nella gastronomia italiana tra cui Ugo Alciati e Davide Palluda.
Chef e ricette
In carta, oltre al Piemonte, trovano ampio spazio anche le altre regioni. Così dalla capitale dà il suo contributo Simone Trabalza, del ristorante La Sora Lella. La Campania è rappresentata da Gennaro Esposito, della Torre del Saraceno di Vico Equense; Giuseppe Durazzano, del Zero Contemporaney Food di Milano, è la risposta padana. Non mancano colleghi pizzaioli come Gabriele Bonci del Pizzarium di Roma, considerato tra gli innovatori del mondo della pizza. Alciati ha abbinato una salsa di famiglia a verdure stufate e un mosto di extravergine, Palluda ha proposto un carpaccio di carne condito con limone, miele, fio di latte e pomodoro fresco. Bonci lancia una focaccia a base di sesamo, mortadella Bologna e zucchine, Esposito si affida a spinaci e carciofi fritti.prezzi. Il tutto tra 12 e 40 euro.
Troppo? Sempre meno della pizza elaborata dal milanese Durazzano che costa 300 euro, giustificati da ingredienti pregiatissimi come il caviale del Mar Caspio, foglie d'oro alimentare e salmone affumicato. Forse anche questa ricetta incuriosisce e conquista se, come racconta Coppola, un gruppo di chef di Gstaad in visita a una maison vinicola piemontese ha ordinato otto di queste pizze. Il messaggio del Totò & Macario, in questo senso, è chiarissimo: anche la ricetta più inamovibile e di successo può essere modificata e rinnovata.